Pompei, NA, Italia - DIRETTORE CENTRO STUDI A.S.2015/2016

 
 
 
 RELAZIONE 2016
 
 
 
 
Indice
Abstract…………………………………………………………………pag. 2
Premessa……………………………………………………………….pag. 4
Il cambiamento……………………………………………………..pag. 6
Bilancio Sociale………………………………………………………pag. 7
Attività per progetti……………………………………………….pag. 8
Marketing……………………………………………………………..pag. 10
Sistema Informativo Progetti (SIP)…………………………pag. 11
Comuncazione……………………………………………………… pag.12
Considerazioni e ulteriori linee di intervento…………pag.14
Schema semplificativo…………………………………………..pag.16
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Abstract
 
La dinamicità e la complessità della Società attuale influenza qualsiasi realtà presente in essa. Non si sottrae a questa legge l’Associazione dei Lions per cui si rende necessaria, a nostro avviso, un’attenta meditazione in logica evolutiva.
La convinzione è che la sola empatia al bisogno per un’Associazione come la nostra non è più bastevole e s’ipotizza un’aziendalizzazione delle metodologie (non delle finalità) come possibile logica evolutiva per il suo stesso sviluppo e per la sua continuità. Queste si sostanziano, come evidenziato anche la letteratura, su quattro pilastri: Missino, Governance, Operations, Accountability.
Per quanto riguarda le Operations, ovvero le attività per l’erogazione di beni e servizi per noi i services (progetti), questi devono essere disciplinati tenendo presente alcuni concetti produttivi di base e il rispetto di linee guida.
I primi si concretizzano in:
  • L’utilizzatore finale è l’elemento centrale di tutto il processo. Questo impone inequivocabilmente un’attenta e intelligente azione di marketing tendente alla comprensione delle vere necessità (per noi affrontabili) della Comunità [1].
  •  
  • Ottimizzazione delle risorse. Questo è possibile introducendo tecniche di Project management, anche se opportunamente e sensibilmente semplificate, e un sistema informatizzato on-line per la gestione dei progetti[2] .
  •  
  • Valutando i risultati
 I secondi prevedono che tutti i nostri progetti devono essere caratterizzati da una sostenibilità globale (ambientale, sociale, economica).
  Per quanto riguarda l’Accoutability si rende necessario la redazione, accanto alla normale rendicontazione (bilancio, rendiconto gestionale, contabilità generale), di un Bilancio Sociale che si ritiene essere un documento fondamentale per:
 
  • dare conto agli Stakeholders del proprio operato
  • regolare opportunamente l’attività progettuale (services)
  • evidenziare all’interno in modo strutturato le attività svolte
     Importantissimo per questo è il Sistema Informativo (SIP) che permette con rapidità di valutare l’efficienza, l’efficacia ed anche gli impatti (out come).
 Accanto a tutto ciò è essenziale il processo comunicativo che ipotizza un’azione interna - esterna molto più spinta. Il Bilancio Sociale deve trovare nella nostra Rivista Distrettuale, magari con numeri speciali inviati a tutte le rappresentanze pubbliche e private significative per la nostra Comunità, il veicolo più idoneo per farci conoscere e valutarci all’esterno e per costruire un sistema di relazioni col mondo esterno.
 Un altro mezzo Comunicativo portante deve essere il SIP con un’accessibilità in lettura estesa a tutti.
 Tutto ciò impone anche una revisione della/e figura/e apicali dell’Associazione in termini di disponibilità a relazionarsi con tutti in logica di rete e a guardare con attenzione al principio regolatore della sussidiarietà previsto dalle leggi del nostro ordinamento e quasi per niente attuato.  La visione è di un Vertice dotato più di una veste politica che guarda all’esterno riducendo di molto alcune attività rituali e talvolta senza valore aggiunto e qualche attività conseguente a impostazione intellettuale bella in teoria ma che dopo tanti anni non ha riportato nulla alla Comunità e all’Associazione.
   
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
 Premessa
 Qualsiasi Sistema Organizzato è formato da persone, procedure, relazioni, energie, conoscenze ed è caratterizzato da legami interni ed esterni con l’ambiente che lo circonda. L’insieme di questi elementi, per permettere il raggiungimento delle specifiche e dichiarate finalità del Sistema, deve avere necessariamente un suo equilibrio.
 Col fluire del tempo, essendo tutti gli elementi su detti interrelati e interagenti, se cambia il contesto, si rende necessario ricercare un nuovo equilibrio. Se il contesto, poi, è particolarmente dinamico, come quello attuale, allora la ricerca dell’equilibrio tende a diventare un esercizio costante. La verifica immediata di quanto detto la ritroviamo osservando che le risorse umane di detto Sistema Organizzato provenendo dal mondo esterno sono da questo condizionate come parimenti lo sono i servizi o prodotti che esso propone per il mondo esterno.
 La conseguenza è che le innovazioni tecnologiche, i mutamenti della struttura sociale, i rapporti di potere, l’impatto ecologico, i modelli culturali condizionano sia gli inputs sia gli outputs del Sistema Organizzato.
 Talvolta l’equilibrio, già di per sé non facile da ricercare e da mantenere, viene reso ancora più improbabile se la leadership continua a difendere canoni ritenuti vincenti che avevano consentito alla leadership di diventare tale, ma che oggi (ancor più in prospettiva) sono diventati improponibili. Quest’atteggiamento genera “l’insuccesso del successo”.
 Si rende necessario, quindi, una predisposizione al cambiamento, favorito da un processo costante di autocritica, di preparazione culturale per mantenere in “consonanza” l’ambiente interno con l’ambiente di riferimento con una logica di creazione di valore. Questo è sicuramente vero in generale e quindi anche per un Sistema Organizzato come quello dell’Associazione Lions con la complicanza aggiuntiva che quest’ultima da una parte deve muoversi in una cornice generale definita e centralizzata, ma, dall’altra, deve operare in Comunità straordinariamente diverse come può essere quella degli U.S.A. o della sponda Sud del Mediterraneo, o dell’India o dell’Italia, etc che hanno storie, costumi, realtà diverse e gradienti di sviluppo anch’essi diversi.
 L’aggravante, allora, sta nel fatto che bisogna saper bene individuare la cornice definitoria dal resto che invece deve (anche talvolta con un minimo di coraggio) essere modellata sul divenire.
 Esaminiamo i principali fatti che, per i nostri fini, rendono il contesto particolarmente tumultuoso:
 -La progressiva nebulosità del confine del mondo fisico con il mondo virtuale dovuta al procedere impetuoso della rivoluzione digitale, ci obbliga a riprogettarci continuamente, a
    riflettere e a ritrovare una propria identità partendo dai valori, dalle capacità, dai principi, per arrivare alla capacità di saper gestire l’inaspettato, a inventare ciò che non è stato ancora inventato per acquisire le conoscenze tacite accumulate nel tempo attraverso l’interazione sociale, l’apprendimento derivato dall’esperienza pratica e lo sviluppo di una comprensione dell’ambito culturale e contestuale. 
 -Le modificazioni prodotte dal sistema economico-produttivo che, con l’apertura dei mercati internazionali, ha messo in luce:
 
  • realtà sociali prima quasi invisibili quali quelle dei paesi poveri la cui capacità di solidarietà interna è spesso drammaticamente inesistente,
  • fenomeni migratori che vedono quote importanti di popolazioni locali cercare condizioni di vita migliori o cercare di sopravvivere alle guerre regionali, fatti che scardinano molti equilibri sociali, e che modificano i principi della giustizia sociale, della solidarietà, dell’eguaglianza.
 Anche la stessa definizione di cittadinanza trova sempre più strette le vecchie definizioni formali giuridiche, incapace di comprendere i principi tecnici della definizione di cittadino, ma anche la sostanza del suo appartenere alla comunità specie quando si tratta di persone prive delle carte opportune che rischiano di diventare invisibili e perfino ingombranti o rifiutate.  
  Il Cambiamento
  Il cambiamento necessario a nostro avviso, difficile sotto qualche aspetto, parte dal concetto che soltanto l’empatia con il bisogno non può più risolvere i problemi in quanto l’empatia senza efficacia organizzativa è sempre più un rischio piuttosto che una risorsa. Vi deve essere una propensione generale a vedere l’organizzazione con criteri produttivi quindi capace di operare tenendo fortemente conto :
 
  • dell’utilizzatore finale 
  • ottimizzando le risorse 
  •  valutando i risultati 
 Questa deve essere la chiave dell’innovazione e si ritiene che senza questa lettura nessuna attività sociale riesce a essere confrontabile e governabile.
 Bisogna abbandonare la semplificazione ideologica che confonde azienda e profitto e avvicinarci o guardare con attenzione a una logica aziendale che produce servizi con una lettura più moderna delle finalità costruendo soluzioni di effettiva utilità.   Un’aziendalizzazione delle metodologie di gestione e non delle finalità a garanzia di una sana e corretta amministrazione nell’interesse della collettività e di tutte  le categorie di stakeholder coinvolti.  
   La proposta metodologica e culturale (come prevede la dottrina e la teoria dell’economia aziendale) è di proporre il modello l’azienda[3] come dimensione economica dello “Istituto” Associazione  Umanitaria e di Servizio qual è quella Lions, ovvero come entità autonoma che sovraintende il funzionamento dell’istituto[4] Associazione e persegue il raggiungimento dell’economicità[5]  che comporta la corretta correlazione fra fattori utilizzati e risultati ottenuti perseguendo gli obiettivi istituzionali in un contesto d’incertezza e dinamica in cui operano diverse istituzioni e portatori d’interesse (stakeholders).
 La mancanza dello scopo di lucro non implica la rimozione della dimensione “azienda” dalla nostra Organizzazione anzi aiuta a meglio circostanziare i principi guida (la sostenibilità economica dell’attività che convive con le finalità sociali) e a indicare in modo più puntuale la strada da percorrere.
 La dimensione azienda (ma è vera per qualsiasi organizzazione) impone, per la sua stessa continuità e per il suo stesso sviluppo, immediatamente il finalismo e il buon governo come elementi essenziali, elementi che ritroviamo in letteratura espressi attraverso i concetti di Mission, Governance, Operation , Accountability  
 La mission si rende concreto in dichiarazione d’intenti, statuti, codici etici, e più in generale nella condivisione di finalità e obiettivi specifici.
 La corporate governance in sintesi si concretizza  nella forma organizzativa che si adotta e nella codifica delle vie di partecipazione al governo dei soggetti non direttamente coinvolti nella gestione operativa: assemblee, consigli, diritti di voto,  ed altro.
 Le operations sono le attività che consentono di produrre i benefici attesi come la produzione ed erogazione di beni e servizi etc. Nella realtà Lions quest’attività sono i services che sono pogetti e devono essere trattati come tali ovvero non possono essere gestiti con una logica random ma devono seguire un format che, per quanto semplificato, deve avere una sua liturgia.  A rinforzare questo concetto c’è il fatto che sempre più spesso un elemento caratterizzante per il terzo settore sono le capacità, per produrre i risultati di coproduzione con alleati e partner pubblici e privati e quindi un format predefinito agevola molto anzi diventa necessario.
 In pratica le operations si concretizzano in processi produttivi ed erogativi e nella definizione di una catena di attività, routines e procedure che conducono alla creazione di valore sociale.
 L’accoutability  riassume la responsabilità informativa e di rendicontazione e si sostanzia in sistemi interni-esterni improntati alla trasparenza. Nella pratica si risolve in sistemi informativi, contabilità e nei documenti di sintesi quali il bilancio d’esercizio, il rendiconto gestionale e il bilancio sociale.
  Bilancio Sociale
  
 A nostro avviso è questo un documento, per una realtà come quella dei Lions, fondamentale. Esso permette da una parte di proiettare la nostra immagine all’esterno con possibili ritorni significativi in termini di espansione dell’Associazione e dall’altra di gestire l’interno razionalizzando le attività, fermo restando l’autonomia dei singoli Clubs.
 Oltre, quindi, alla codifica della propria missione e alla definizione delle regole di governo e della partecipazione democratica (presenti da sempre) si rende necessaria la pianificazione di dettaglio delle attività e processi e l’evidenziazione in modo compiuto delle prestazioni, output, e degli impatti, out come, conseguenti alle azioni intraprese.
 Oltre al bilancio di esercizio che contribuisce all’analisi degli equilibri economico, patrimoniale e finanziario si rende necessaria la discussione sull’equilibrio ambientale e sociale delle attività implementate mediante un set d’indicatori formalizzati in un bilancio sociale, e per ogni progetto un budget ex ante per un’appropriata valutazione dell’efficienza.
 Attraverso il bilancio sociale l’Associazione dà conto agli stakeholder del proprio operato, rendendolo trasparente e comprensibile, riportando in esso:
 
  • gli impegni che l’organizzazione si è assunta rispetto alla comunità di riferimento
  • Le attività, le iniziative, i progetti, i servizi mediante i quali si è cercato di tradurre gli impegni in risultati concreti
  • i risultati (output) e ricadute sociali (outcome) effettivamente generati
 E’ un documento[6]  risultante dei processi di rendicontazione, confronto, relazione con le aspettative degli stakeholder e deve essere:
 
  • annuale; collegabile anche al bilancio di esercizio
  • completo; riferito a tutte le attività svolte dal nostro Distretto
  • focalizzato su indicatori di utilizzo, di qualità di servizio, e di outcome delle iniziative
  • affidabile; basato su dati e informazioni oggettive attendibili e verificabili
  • ponte fra passato e futuro; fatto per leggere i risultati a consuntivo e per definire le priorità di intervento per gli esercizi successivi
  • aperto; sottoponibile al giudizio e al dialogo con gli stakeholder
  Il bilancio dovrebbe integrare gli indicatori tipici dell’analisi economica finanziaria con gli output e l’impatto (outcome) delle attività dell’organizzazione.
 Il consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti indica tre categorie di misura per i singoli interventi[7]:
  
  
 
  • indicatori di realizzazione materiale che descrivono in unità fisiche o finanziarie le operations
  • indicatori di risultato che misurano l’effetto diretto prodotto ovvero i cambiamenti intervenuti sugli elementi di contesto e di comportamento, di capacità o di prestazioni dei beneficiari diretti
  • indicatori d’impatto indicano le conseguenze che i progetti avviati generano oltre gli effetti immediati sui diretti beneficiari: le esternalità.
 L’analisi delle evidenze empiriche così organizzate aiuta gli amministratori e gli stakeholders nel processo di valutazione dell’operato svolto secondo tre direttrici:
 
  • Valutazione di congruenza tra obiettivi perseguiti e strumenti adottati per verificare la coerenza tra i vari livelli di programmazione
  • Valutazione delle modalità di attuazione per verificare i fattori chiave d’incidenza sui costi, l’efficacia (confronto fra quanto programmato e quanto effettivamente realizzato), l’efficienza (rapporto fra ciò che è stato realizzato e le risorse impiegate comprese quelle finanziarie)
  • Valutazione d’impatto per capire in che misura l’azione ha prodotto i risultati e i cambiamenti previsti e se ha prodotto conseguenza inattese.
 Tutto ciò ci permette di ipotizzare una transizione da strategie funzionali miranti al raggiungimento di risultati nel breve periodo e centrate su una forma di non sempre attenta considerazione sull’opportunità degli interventi da mettere in atto, verso strategie di medio e lungo periodo in cui le azioni sono progettate per rispondere in maniera più coerente e articolata alle esigenze del territorio e della comunità di riferimento.
  Attività per progetti
  
 Quanto detto in precedenza in qualche modo ipotizza la necessità di un’attività per progetti in quanto costituisce un’efficace modalità di lavoro che meglio risponde alle caratteristiche della nostra Associazione consentendo una costruzione e affinamento di un metodo di lavoro e una maggiore condivisione degli obiettivi. Creare una mentalità progettuale implica[8]:
 
  • costruire strumenti per guidare l’operare quotidiano nel territorio
  • sviluppare strategie e tecniche di analisi per valutare la reale fattibilità dell’azione
  • conoscere i possibili soggetti da coinvolgere nella realizzazione delle iniziative e nell’erogazione dei servizi
  • eventualmente pianificare le fonti di sostentamento
    La progettazione favorisce un processo che rileva i bisogni del territorio (attraverso una attività di marketing la cui logica viene riportata in seguito) definisce le possibili risposte, formula modelli e parametri operativi. Diventa, poi, esiziale nel caso di attività poliennale o multiclubs o fatte con enti esterni sia pubblici che privati. Permette anche, nel caso si rendesse necessario, di valutare opportune alternative secondo un rapporto costi/benefici.
 Nel concreto si possono valutare il costo orario delle persone coinvolte, le materie e gli equipaggiamenti da acquistare, la pubblicità che si vuole dare all’iniziativa, eventuali contributi e altre spese attribuibili al progetto.  E’ possibile ipotizzare, per semplificare le valutazioni, una serie di costi unitari standard  in fase preventiva per essere aggiornati con i costi effettivi in una verifica finale.
 Lavorando per progetti diventa essenziale, oltre a quel minimo di tecnicality sopra accennata, indicare agli esecutori dei progetti con quale logica tali progetti debbono essere svolti ovvero dare una stella polare per orientare la loro azione progettuale e il loro controllo sul divenire del progetto.
 L’ipotesi che pensiamo di dover perseguire e che ci sembra molto sposi l’originale spirito Lions è di avere la mente dei partecipati ai progetti orientata a una sostenibilità globale. La sostenibilità globale implica operare le giuste azioni  oggi a livello sociale, ambientale ed economico per assicurarci un domani. Teniamo presente che i progetti sono il modo in cui si costruisce il futuro, l’eredità che si lascia e anche una grossissima opportunità di plasmare il mondo in modo migliore e duraturo.
 La sostenibilità globale è un modo di pensare che privilegia l’impatto a lungo termine piuttosto che i risultati immediati, il futuro anziché il presente, le generazioni prossime piuttosto che l’interesse personale. Si tratta di compiere le giuste azioni oggi a livello sociale, ambientale ed economico per avere un possibile domani.
 In particolare:
 La sostenibilità ambientale si sostanzia nell’uso rispettoso e corretto delle risorse del pianeta riconoscendo che noi non siamo i proprietari della Terra ma siamo invece i responsabili della sua conservazione. Questo significa che nell’impostazione e realizzazione dei progetti bisogna fare molta attenzione nell’utilizzare energie non rinnovabili e favorire di contro l’uso di quelle rinnovabili, proteggere la biodiversità, l’area, l’acqua, il suolo, il clima, la salute e il ben essere. Azzerare la produzione dei rifiuti utilizzando cicli continui e chiusi di produzione.
 La sostenibilità sociale si sostanzia nel tenere nella dovuta considerazione gli esseri umani e i gruppi di esseri umani (comunità, lavoratori, bambini etc..) e tutelare i loro interessi nel lungo periodo. E’ fondamentale la tutela dei diritti umani, dei diritti delle società, dei diritti dei lavoratori, e dei diritti dei consumatori. Impegnarsi per un benessere duratura della
  società e prendere sempre in considerazione l’impatto delle nostre azioni sulla Comunità estesa.
 La sostenibilità economica è l’impiego trasparente e ottimale delle risorse in grado di generare crescita senza compromettere la capacità di produrre in futuro.  Creare un flusso continuo di ricavi senza trascurare le altre dimensioni della sostenibilità. 
 La sostenibilità globale è un modo di pensare che privilegia l’impatto a lungo termine piuttosto che i risultati immediati, il futuro anziché il presente, le generazioni prossime piuttosto che l’interesse personale. Si tratta di compiere le giuste azioni oggi a livello sociale, ambientale ed economico per avere un possibile domani. La sostenibilità globale è pensare che la fine del progetto non coincide con la messa in esercizio dello stesso e con il passaggio di consegne ma deve riguardare anche il suo funzionamento nel tempo. 
 I progetti diventano dei veicoli di sostenibilità attraverso pratiche e comportamenti sostenibili e per la loro parte anche forgiatori di un mondo sostenibile. Inoltre poiché la sostenibilità è anche un esercizio d’inclusività e coinvolgimento delle persone, la mentalità sostenibile comporta come sottoprodotto una migliore efficienza con riduzione dei costi, una mitigazione dei rischi e, in complessivo maggiore motivazione.
 La progettazione sostenibile globale deve anche tener presente che una vera sostenibilità deve essere connessa anche ad altri parametri concettuali e fra questi la biodiversità che è il pilastro dell’esistenza biologica. Questo significa tener conto dei fondamenti etici della complessiva questione ambientale che impone un superamento della valorizzazione strumentale del non umano ponendo in atto un tipo di valorizzazione che fa riferimento al valore intrinseco del non umano indipendentemente dall’utilizzabilità. Svolgendo le attività progettuali in tal modo si genera un agire ecocompatibile capace di creare le migliori condizioni di vita di tutte le realtà biotiche e si migliora l’ambiente sociale e le logiche di lavoro per tutti quelli che sono coinvolti insieme ai Lions nei progetti generando conseguenzialmente una crescita del capitale umano.
 Marketing
  
 Un’Associazione di volontariato che basa la sua attività su principi etici, di solidarietà e di altruismo deve avere anche una visione di marketing. Fare marketing, infatti, significa “armonizzare” le risorse di un’organizzazione con le esigenze e i desideri espressi dal mondo eterno cioè dal mercato. Ma significa soprattutto conoscere in anticipo le esigenze degli utenti per poi offrire prodotti e servizi in grado di soddisfare i loro bisogni e desideri. Secondo Kotler[9]  “il marketing è il reparto produzione cliente dell’impresa…..Le imprese 
  
 credono che il marketing esista per aiutare la produzione a smerciare i prodotti. E’ vero il contrario : la produzione esiste per sostenere il marketing”.
 Bisogna tener presente che a operare per la stessa finalità oggi sono in tanti e avere un orientamento al marketing serve anche per riuscire a competere con un elevato numero di concorrenti. Adottare un orientamento al marketing significa porre l’utilizzatore del servizio al centro di ogni attività studiarne e analizzarne in modo puntuale i suoi bisogni, le sue percezioni, le sue preferenze attraverso ricerche e analisi di mercato. L’organizzazione deve saper utilizzare le informazioni provenienti dal mercato per migliorare la propria offerta e renderla sempre più idonea a soddisfare le esigenze dei propri beneficiari.  Bisogna creare un senso diffuso di necessità di operare e lavorare nell’interesse di tutti coloro che beneficiano dell’attività dell’ organizzazione stessa.
 Un’organizzazione del terzo settore adotta un orientamento al marketing se
 
  • pone al centro dell’attività il fruitore ponendosi le seguenti domande:
  • a chi ci rivolgiamo,
  • che caratteristiche hanno coloro a cui ci rivolgiamo,
  • quali sono i loro bisogni attuali i desideri e le loro percezioni,
  • quanto si riesce a soddisfare le loro esigenze
  • segmenta il mercato
  (Come realizzare il Progetto Marketing sarà oggetto di una specifica relazione successiva) 
                                                        
 Sistema Informativo Progetti (SIP)
  
 Per rendere possibile una lettura facile e immediata dei progetti sia in fase di programmazione sia in fase consuntiva è opportuno realizzare un sistema on line accessibile a tutti che abbia come obbiettivo la raccolta e la memorizzazione di tutti i dati che riguardano i progetti stessi con possibilità di avere tutta una serie d’inquires tali da soddisfare sia le esigenze della gestione dei progetti che la sintesi dell’operatività di tutto il Distretto. In realtà ogni progetto dovrebbe essere inserito in Data Base opportunamente strutturato già nella sua fase di concepimento e messo a disposizione di tutti. Il vertice distrettuale o i punti di certezza organizzativa, possono intervenire sia per inserire propri progetti sia per concordare con il responsabile del progetto modifiche o addirittura annullamento se questo per qualche motivo si dovesse rendere necessario o opportuno e inoltre dovrebbe dare la possibilità di capire in ogni momento lo stato di avanzamento del progetto stesso. La cosa più significativa è la possibilità di avere la evidenziazione di tutti i progetti che si pensano di poter mettere in essere nell’anno sociale e di questi effettuare una discussione con tutti gli stakeholder e poter fare un oculata propaganda comunicativa.  Così, in conclusione d’anno sociale, poter assiemare tutti i progetti e fornire i dati necessari
   per il Bilancio Sociale e poter confrontare programma e il consuntivo con la possibilità di verificare anche la effettiva efficacia dell’attività. Quest’output dovrebbe poi essere l’elemento di base anche del sistema comunicativo del distretto con l’interno e l’esterno del mondo Lions.
 La mancanza di un sistema siffatto rende, nella realtà, impossibile la realizzazione del Bilancio Sociale (programmatico e consuntivo) sia per la quantità di tempo che richiederebbe tale operazione ma anche perché il tutto sarebbe impreciso e non standardizzato. Inoltre la mancanza della storicizzazione dei progetti rende difficile controllare nel tempo la efficacia che delle azioni svolte sulla Comunità ed eventuali legami con altre attività coerenti.
 (Come realizzare il Sistema SIP sarà oggetto di una specifica relazione successiva) 
  
 Comunicazione
  
 La comunicazione deve essere indirizzata sia all’interno che all’esterno. All’interno deve permettere ai soci di essere informati sui principali avvenimenti della vita del Distretto e in particolare a inizio anno sociale su tutti i progetti (services) che sono programmati nell’anno. Ovviamente può essere opportuno fare degli assiemaggi per zone geografiche, per dimensioni, per materia, con commenti indicanti i temi fondamentali che s’intendono toccare nell’anno e la coerenza fra detti temi e i progetti. Questo potrebbe essere riportato sulla rivista dell’associazione (numero speciale?) e costituirebbe il Bilancio Sociale Programmatico e il commento dovrebbe essere svolto avendo come obiettivo la sollecitazione dello spirito di appartenenza e l’orgoglio derivante dal fatto che il lettore si senta attore di quanto riportato. Il linguaggio dovrebbe essere di tipo “comunicazione persuasiva” tenendo conto di parlare anche ad un pubblico non iniziato alle attività dell’Associazione. Gli Uffici pubblici come Comune, Regione, Circoscrizioni Comunali, le Chiese, le Caserme dei Carabinieri, la Questura e gli uffici distaccati di tutte le tre regioni del nostro distretto dovrebbero ricevere almeno una copia della rivista con una lettera di accompagnamento scritta dal Governatore.  
 Una versione leggermente più ridotta potrebbe essere anche inviata via e-mail a tutti i soci. 
 Nell’ambito poi dell’anno sociale potrebbero esservi degli aggiornamenti (uno o due) da riportare sempre sulla rivista dell’Associazione tali da dare continuità al Bilancio Sociale relativamente ai progetti evidenziando situazioni particolari che eventualmente si possono essere generate. I risultati degli aggiornamenti dovrebbero essere inviati via e-mail a tutti i soci.
 A fine anno il consuntivo dei progetti visto come Bilancio Sociale Consuntivo dovrebbe essere riportato con molta enfasi ancora sulla rivista (numero speciale?) evidenziando con cura la differenza fra il programmato e il consuntivato cercando di descrivere gli outputs
   prodotti, l’impatto generato, le persone raggiunte, le energie, le spese…..  .Il commento deve essere tale da rendere visibile la ricchezza prodotta nei confronti di chi ha bisogno cercando di evidenziare i criteri di efficienza adottati. Un elemento fondamentale poi da evidenziare è che l’insieme dei progetti realizzati crea una produzione di ricchezza, cioè di utilità (bene comune) che va al di là della semplice erogazione del servizio. Questo comporta una legittimazione sull’utilità sociale prodotta. La conclusione che bisogna mettere in luce è che il consumatore di servizi sociali non è solo l’utente che ne ha necessità e ne riceve il beneficio ma è l’intera comunità che attraverso i progetti che propongono una sostenibilità globale riceve una utilità che dipende da una maggiore giustizia sociale e conseguentemente una maggiore sicurezza e una maggiore tranquillità sociale.
 Anche in questo caso dovrebbe esserci una lettera di accompagnamento da parte del governatore e una versione ridotta dovrebbe essere inviata ai soci via e-mail.
 La rivista dell’Associazione assume così una funzione completamente diversa diventando un elemento portante dell’Associazione, sia per tutti i soci che per il resto del mondo. Parlando poi di cose reali da fare e fatte cambia anche la possibilità di relazioni con personaggi non appartenenti all’Associazione dei quali si può ospitare articoli che abbiano coerenza con le attività che si svolgono nei progetti e questo per tutti i numeri della rivista previsti nell’anno.
 Accanto alla Rivista si potrebbe attivare l’utilizzo di facebook con un invio settimanale di notizie o foto rivolta ai soci con l’intento di mantenere costante le relazioni fra tutti i soci. 
 Inoltre potrebbe essere opportuno acquistare spazio sui giornali locali e con una frequenza da definire (es. due volte l’anno) riportare accanto al logo e a qualche statement identificativo dell’Associazione qualche attività significativa svolta nella Comunità locale.
 Le televisioni locali (almeno per quelle disponibili anche in forma gratuita) potrebbero, attraverso la partecipazione di soci qualificati, trasmettere con una data frequenza messaggi sistematici anche di breve durata che rendano visibili i principi, l’attività, la logica che caratterizza il mondo Lions. Tutto ciò però è importante che sia programmato e che segua un filo conduttore preciso insieme con una diffusione dell’informazione dell’evento televisivo via e-mail a tutti i soci della zona.
 La comunicazione interna se ben fatta e soprattutto se pianificata e coordinata permette di condividere un gran numero d’informazioni e dati, cosa che da una parte favorisce il raggiungimento in modo più semplice gli obiettivi previsti e dall’altra alimenta un senso di appartenenza con effetto positivo sul clima interno. Ovviamente bisogna stare attenti alla sovraesposizione informativa che potrebbe creare smarrimento e confusione. Anche per questo è fondamentale la programmazione e il cordinamento.
 Anche la comunicazione esterna è fondamentale e anzi sembra quasi impossibile che non esista, già funzionante in modo sistematico, qualcosa che copra tale necessità. Il nostro
    mondo è fondato sul consenso intorno ad un progetto sociale e una buona comunicazione è l’unica cosa capace di crearlo.  
  Considerazioni e ulteriori linee d’intervento 
  
 La nostra esistenza deve essere tale da non accettare più di essere testimone e accompagnatrice della deriva del Sud. Dovremo cercare, diventando degli stakeholders attenti e disinteressati, di aiutare il Sud ad uscire dalla concezione di elemento ritardatario dell’Italia, quasi come una parte sbagliata, un peso di cui sgravarsi e trovare una alterità rispetto al resto del paese, una capacità di pensarsi Come Associazione rivolta al sociale non possiamo pensare di poter assistere, mostrando un disinteresse fattuale quasi umiliante (o pensando che questi problemi non ci riguardano) alle difficoltà in cui si dibatte il Mezzogiorno. Né possiamo pensare di salvare l’immagine distribuendo in modo più o meno improvvisato qualche pasto caldo in qualche zona topica della città o svolgendo attività similari. Questo modo di operare richiamerà un numero sempre più ridotto di persone alla causa Lions in quanto non genera nessuna motivazione a far parte del mondo Lions.  
 Non esiste o non s’intravede nella nostra struttura organizzativa una coerenza con le necessità programmatiche di sviluppo locale sociale. Tale sviluppo riguarda i concetti inerenti la solidarietà, la partecipazione, l’inclusione sociale, l’innovazione e la sostenibilità ambientale. Le attività che oggi si realizzano non sono tanto focalizzate sul benessere della comunità intesa come sistema sociale, ma sulla realizzazione di prodotti e servizi fra loro indipendenti. Nella migliore delle ipotesi potremo dire che i services di oggi sono più centrati sull’ottimizzazione delle singole problematiche anziché sulla soluzione dei problemi collettivi. E’ necessaria una visione di sistema che promuova o incanali i vari progetti in alvei delineati e coerenti
 La figura del Governatore dovrebbe evolvere verso una figura politica di definitore della strategia del Distretto. Deve, inoltre, attivare e far vivere una rete sul territorio costituita dalle Associazioni presenti aventi come obiettivo “il sociale”.
 Questa evoluzione richiede che siano rispettate due condizioni:
 
  • Il Governatore deve essere liberato da tutte quelle attività che non danno valore aggiunto ma che assecondano una tradizione per altro stagnante nei suoi riti e nelle sue giaculatorie.
  • La politica di un Governatore deve trovare una continuità di gestione che non potendo essere fisica (la durata del mandato è per un solo anno) deve essere necessariamente espressa attraverso programmi.
   Per ottenere questo bisogna determinare un rapporto strettissimo fra il Governatore in carica e quello che lo seguiranno.
 S’ipotizza, per rendere attuabile quanto su detto, che i due Vicegovernatori oggi esistenti e che, per altro, avendo residenza in due Regioni del Distretto diverse e quindi maggiore facoltà negli spostamenti sul territorio, si assumano la maggior parte dei compiti operativi che oggi sono svolti dal Governatore.
 Il Governatore e i due Vice dovrebbero realizzare un processo di pianificazione strategica triennale e una pianificazione annuale operativa che intercetti il primo anno della pianificazione strategica e lo adegua alla situazione esistente. Contemporaneamente la programmazione strategica triennale viene aggiornata e corredata di un nuovo piano per il terzo anno.
 La pianificazione operativa opera con un grado di astrazione inferiore e collega la fase di strategic planning pluriennale ai programmi annuali.
 Operando in questo modo è come se il Governatore del Distretto fosse presente per tre anni ai vertici del Distretto consecutivi, anche se fisicamente cambia ogni anno. La pianificazione d’altra parte si fa carico della mutevolezza della realtà esterna-interna in quanto ha una sua dinamica interna costituita dall’aggiornamento annuale, come detto, dello strategic planning e del piano operativo e quest’ultimo per la sua natura, può essere cambiato anche nel corso dell’anno. 
                                                                              SCHEMA SEMPLIFICATIVO
     [1] Vedi relazione a parte prog.: Marketing 
 
  [2] Vedi relazione a parte prog.: Sistema Informativo Progetti (SIP.)
 
  [3] L’azienda . può essere definita come un’organizzazione di persone e beni economici ovvero, con accento dinamico, come un sistema di forze economiche, che sviluppa nell’ambiente con cui interagisce processi di produzione e/o di consumo, a favore dei soggetti che vi cooperano. (diz. Treccani)
 
  [4] Si intende Istituto : ente pubblico o privato, organizzato con leggi proprie in ordine ad un determinato fine (assistenziale,culturale, sociale, commerciale, etc..)
 
  [5] Favotto Economia Aziendale, Milano, McGraw-Hill, 2007, pp. 10-11 
 
  [6] Hinna Il Bilancio Sociale, Il Sole 24 Ore Milano pg. 88-90 e 144-146
 
  [7] Consiglio Naz. Dott. Commercialisti, Il bilancio Sociale nelle Aziende non Profit: principi generali e linee guida  
 
  [8] Huesca, Busnelli, Serranò La progettazione Sociale, Roma librerie Kappa , 2005
  
  [9] Philip Kotler: Il marketing dalla A alla Z, Il sole 24 ore 2008
 

 
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